lunedì 15 ottobre 2012

Viaggiare con un neonato: Madrid

Siamo andati a Madrid lo scorso fine settimana, a trovare la zia e a festeggiare in anticipo il mio compleanno. E' stata la prima esperienza di viaggio "vero" per Valerio, che si è mostrato molto curioso di conoscere il mondo.

Il volo aereo
Il nostro Ryanair Pisa-Madrid ha orari perfettamente compatibili con un bimbo. Partenza in tarda mattinata, ma abbastanza presto per continuare il sonno nel seggiolino dell'auto e non disperarsi. In effetti l'auto è il mezzo di trasporto più odiato da Valerio.
Il passeggino si può portare, fino all'imbarco, ed è compreso nei 20 euro in più per il neonato (che non paga il biglietto fino ai 2 anni e deve stare seduto in braccio ad uno dei genitori). Il neonato non ha diritto ad un bagaglio a mano, ma il passeggino può essere riempito all'inverosimile, purché resti chiuso. Noi siamo riusciti a stivarci dentro 6 pannolini lavabili più una borsa con tutto il necessario per i cambi e la pappa. Al check in mi rendo conto che, peggio che in treno, non sarebbe possibile viaggiare da sola con un neonato. Devo infilare nel "tunnel" del controllo il mio bagaglio a mano, il contenuto della tasca, il passeggino... e il bambino dove lo metto?
Al gate un gentile assistente di volo a terra ci fa mettere in coda prioritaria, spiegandoci che non sarebbe la politica della Ryanair, ma loro preferiscono così perché con il passeggino è più comodo. In effetti se i genitori trovano due posti lontani e uno solo può gestire il neonato durante il volo, i disagi si ripercuotono anche sugli altri passeggeri.
Prima del decollo, Valerio comincia a poppare e si sveglia che siamo già quasi nel cielo di Madrid. E' andata.
Nella foto il volo di ritorno (si vede dalle mie occhiaie!) andato più o meno come l'andata: Valerio comincia a poppare appena seduti e si addormenta prima del decollo. Insomma, un successo.
Dall'aereoporto di Pisa a Firenze si può prendere il bus Terravision, che nel nostro caso ha aspettato il ritardo dell'aereo. I neonati non pagano e non è necessario un seggiolino da auto, ma i bimbi possono stare in braccio. Il biglietto si può prendere nell'aereoporto di partenza o sull'aereo e costa meno del treno.

Trasporti Madrileni
L'aeroporto di Madrid è ben collegato con la città attraverso una linea metropolitana. Ogni piano è facilmente raggiungibile con gli ascensori, che segnalano la priorità per i viaggiatori disabili, anziani, donne incinte e genitori con bambino. A volte è più problematico passare con il passeggino da alcuni ingressi della metropolitana, con le sbarre che ruotano: volendo c'è un accesso laterale, ma per aprirlo bisogna chiamare l'assistenza. Noi abbiamo trovato più facile sollevare il passeggino sopra le sbarre, entrando uno alla volta.
Sui bus può starci un solo passeggino aperto. Noi - per fortuna, eravamo con la zia che parla spagnolo perfettamente, ma abbiamo rischiato ugualmente la figuraccia. Salendo avevamo Valerio in braccio. Prendiamo posto, col passeggino aperto, e dopo poco l'autista ci apostrofa:
"Il bambino lo mettete sul passeggino?"
Zia: "E' obbligatorio?"
L'autista bofonchia qualcosa di incomprensibile. Io mi affretto a mettere Valerio sul passeggino. Intanto gli altri viaggiatori ci guardano malissimo e cominciano a borbottare.
L'autista si rivolge ad una signora che stava salendo con due bambini, di cui uno sul passeggino, le borbotta qualcos'altro di incomprensibile e lei dice che allora aspetterà il prossimo autobus.
Noi ci guardiamo stupiti.
Zia: "Scusate, non abbiamo capito, siamo stranieri, qual è il problema?"
Autista: "Sul bus non ci possono stare due passeggini aperti, quindi o chiudete il vostro, o la signora deve chiudere il suo, ma con due bambini lei non può farlo"
Ahhhhh! E noi che avevamo capito il contrario! Con grande gioia di Valerio, che preferisce stare in braccio, chiudiamo il passeggino e facciamo salire la signora e i due bambini.

Dove andare
La zia ci ha trovato un appartamento proprio nel centro di Madrid, accanto alla Gran Via. E' stata una grande idea perché ci ha permesso di tornare più volte a casa durante il corso delle giornate. In questo modo Valerio, iper stimolato da mille cose nuove, ha potuto riposarsi e farsi delle grandi dormite pomeridiane.
A Madrid ci sono alcuni parchi in cui passeggiare o passare una mezza giornata. Una mattina siamo andati al Templo de Debod, che è un edificio egizio risalente al secondo secolo a.C, smontato pietra per pietra e ricostruito fedele all'originale. Il tempio è visitabile anche all'interno, ma noi c'eravamo già andati precedentemente e ci torneremo con Valerio più grande. Tutto intorno c'è un parco, che è considerato dagli abitanti della città un posto molto spirituale. Si possono trovare ragazzi che praticano tai chi chuan all'aperto, e dietro ad un cespuglio scoprire tre signore che stanno praticando una specie di yoga a contatto con un albero.

Un altro posto carino sono i giardini di palazzo reale. Qui i bambini più grandicelli si divertono nei labirinti di siepi, mentre i più piccoli vengono tranquillamente allattati davanti a tutti perché, come dice la zia, "Non siamo nella bigotta Italia!". Noi ci siamo stati il sabato pomeriggio e abbiamo giocato a contare le coppie di sposi che vengono qui a fare le foto. Io sono arrivata a 6 in mezz'ora. Valerio invece è rimasto incantato da un giovane vestito da metallaro che avrei visto bene con una chitarra elettrica ad urlare cose incomprensibili in un microfono e invece suonava delicatamente l'arpa. Splendido!

La domenica invece siamo andati al Parco del Retiro. Lungo la strada siamo stati accolti da una quantità incredibile di biciclette: tutte le strade del centro erano bloccate per la giornata delle due ruote. Persone di tutte le età su mezzi a pedali di ogni genere hanno sfilato per ore davanti ai nostri occhi. C'erano quelli sportivi, i bambini spinti dai genitori, i genitori che inseguivano i bambini, i ragazzi sul tandem o su biciclette con tre ruote. Insomma, una bella moltitudine colorata. Faceva una bella impressione vedere i viali laterali totalmente vuoti dalle auto.
Il Buen Retiro è un parco molto grande, dove a detta di un'amica della zia in alcune ore si possono trovare anche gli scoiattoli. Probabilmente alle 6 del mattino e non la domenica a pranzo. Comunque qui è il posto ideale per zampettare sull'erba, se si hanno sette mesi e si comincia a gattonare.

Domenica sera infine siamo stati ad Atocha, che è una stazione della metropolitana dentro cui c'è una jungla tropicale. Hanno piantato palme e banani e c'è un clima caldo umido tenuto appositamente per far crescere le piante.
L'ambiente è molto suggestivo, ma probabilmente è meglio visitarlo nei mesi invernali. Il laghetto intorno alle piante pullula di tartarughe di ogni dimensione.
La zia ci ha spiegato che sono tante non perché si riproducono qui, ma perché qui le porta chiunque voglia sbarazzarsi della propria piccola tartarughina comprata in una vaschetta quando era poco più grande di un'unghia e ora comincia a dare fastidio. Fa impressione vedere tutti questi animali insieme. E anche un po' tristezza pensare che passeranno la loro vita stipate in una pozza d'acqua, come se noi fossimo perennemente su un autobus. Forse meglio qui che in una vaschetta, ma di sicuro era meglio pensarci prima di comprarle.

Pannolini
Viaggiare in aereo, con solo il bagaglio a mano, portandosi dietro i pannolini lavabili per 4 giorni era impossibile. Fare EC in vacanza è ancora prematuro. Ci siamo rassegnati a portare solo 7 pannolini lavabili (per il viaggio e per la notte) e a comprare un pacco di usa e getta a Madrid. Dopo aver letto che i pannolini spagnoli sono peggiori di quelli italiani (di cui, d'altra parte, non abbiamo molta esperienza) ci siamo fatti consigliare dalle amiche della zia e abbiamo scelto i Dodot. Peccato che in Spagna i bimbi devono essere più cagoni che qui (o le dispense sono più grosse), abbiamo trovato solo pacchi da 70 pannolini. Risultato: ne abbiamo usati meno di 1/4, e poi li abbiamo compressi nel passeggino per riportarli in Italia. Anche perché grazie al clima secco madrileno, i pannolini lavati un giorno erano già asciutti il giorno successivo, così abbiamo usato i lavabili più del previsto. Ora un'enorme confezione di pannolini 9-15 kg ci guarda dall'armadietto del bagno. Dato che si spera che Valerio non arrivi a 15 kg entro breve, forse in un paio d'anni riusciremo ad esaurirla.

Gli orari dei pasti
A Madrid, come credo in tutta la Spagna, gli orari dei pasti sono slittati di un paio d'ore rispetto alle nostre abitudini. I ristoranti aprono alle 13.30. Abbiamo provato ad invitare a pranzo un'amica della zia per quell'ora e ci ha detto che lei prima delle 14.30 proprio non ce la fa a mangiare. Alla sera chi mangia presto comincia alle 21. Anche noi ci siamo adeguati a questa usanza, complice il fatto che Valerio non ha troppe necessità: quando ha fame, qualunque ora sia, sa che il suo latte caldo è sempre a disposizione. Per i bambini un po' più grandi però conviene portarsi dietro qualche snack per placare la fame.

Dove mangiare
C'è solo l'imbarazzo della scelta!
Ne consiglio due, che sono poi quelli in cui abbiamo pranzato, e sono entrambi in centro a due passi dalla Gran Via.
Loving Hut, in Calle de Los Reyes 11. A pranzo abbiamo mangiato con 13,5 euro (acqua compresa) un antipasto/zuppa, un piatto unico e un dolce. Tutto molto buono. Le zuppe erano una con fagioli e seitan, l'altra con alghe, tofu e zucchine. I piatti unici erano invece tutti con riso e poi seitan al curry, uno tradizionale spagnolo e l'altro iraniano. Il mio dolce al dattero era da leccarsi i baffi. Porzioni abbondanti. Hanno anche un seggiolino a disposizione per i bimbi. L'orario di apertura è un po' ostico per chi è abituato agli orari italiani: a pranzo si apre alle 13.30. Noi siamo arrivati alle 14.30 ed era praticamente vuoto. Si è riempito alle 15.
B13 in Calle de la Ballesta 13. E' un bar vegano, con menu nei giorni feriali. Noi abbiamo mangiato per 8 euro a testa (eravamo in 4 e abbiamo diviso varie portate): 1/2 porzione di tortilla, 1/2 kebab, 1/4 di sandwitch, 1/4 di hamburger di soia, 1/4 di hamburger di verdure e 1/2 porzione di torta alla panna veg (enorme e ottima) più acqua, birra e succo d'uva a scelta, lasciando anche 2 euro di mancia. Siamo usciti barcollando per il troppo cibo, tutto ottimo. Nella foto qui sopra, il Babbo e la zia divorano un kebab veg.
Al prossimo viaggio!





3 commenti:

  1. Post molto utile.
    Mi consola non essere la sola che cerca sistemazioni comode per far riposare meglio il pupo.
    Una domanda, quando viaggiate vi informate prima se ci sono locali vegan o comunque non vi preoccupate perché all'estero sono nella norma?

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    1. Questa volta avevo guardato alla veloce su internet e avevo visto che a Madrid ci sono tantissimi locali veg, quindi non e ne siamo preoccupati. Di solito per sicurezza cerchiamo un paio di posti prima di partire, ma poi arrivati lì preferiamo esplorare e non è detto che si vada sempre in locali vegani. Ad esempio l'etnico, soprattutto orientale o mediorientale ha tantissime scelte veg!

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  2. Ciao Eli! Sono stata a Madrid qualche anno fa, a trovare un'amica in Erasmus, e ne conservo uno splendido ricordo. I post che raccontano di viaggi, fatti in prima persona mi piacciono tantissimo, me li godo proprio! poi, dopo avervi conosciuti, posso immaginarvi, in giro per Madrid, con il piccoletto sulle spalle...bellissimi! un bacione!

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