giovedì 11 aprile 2013

E. R. giocattoli in infermeria

Nel quartiere in cui viviamo c'è una ludoteca molto carina che organizza attività extra, alcune a pagamento, molte gratuite, come il corso di massaggi per neonati o lo scambio di libri.
Recentemente veniva pubblicizzato un pomeriggio di "pronto soccorso" per riparare i propri giocattoli rotti con una locandina che diceva più o meno: "Bambini! Non buttateli via! Portateli qui il giorno tale e ve li ripariamo noi!"

Il primo pensiero è stato: per il momento a noi ancora non serve, Valerio non ha ancora distrutto nulla.
Subito dopo: bella idea insegnare ai bambini che i giochi si possono riparare.

Non per colpa del piccolo, ma degli adulti della famiglia (e delle etichette poco chiare), qualche giorno fa ecco il primo gioco da riparare. La cuginetta per pasqua ha regalato a Valerio un uovo con un pupazzetto di SpongeBob al posto del fiocco, finito dopo poco in lavatrice con un programma delicato, a 30 gradi come indicato. Spongebob però in lavatrice ha perso la faccia... nel senso letterale del termine: occhi e bocca si sono sciolti.

Valerio in realtà non se n'è minimamente preoccupato, ma a me e al babbo fa un po' impressione, quindi ieri sera, munita di colla vinilica e di forbici dalla punta arrotondata come nella migliore tradizione di Art Attack (non è vero, le forbici erano quelle da cucito, non abbiamo ancora forbici da bambini) ho cominciato con gli occhi.

Il risultato non è male, che dite?


Dopo aver verificato che gli occhi rimangano incollati abbastanza da reggere agli attacchi del piccolo distruttore, stasera continuerò con bocca e denti.

Nel frattempo ho ripensato alla locandina del pronto soccorso per giocattoli e mi sono resa conto che forse,  come si dice dalle mie parti, parla a nuora perché suocera intenda.  Anziché rivolgersi ai bambini perché portino i propri giocattoli a riparare e non li buttino via, quelli da sensibilizzare non saranno piuttosto i genitori, figli del consumismo anni ottanta e novanta? In fondo credo che nella maggior parte dei casi, per riparare giochi basti veramente poco e anzi con un bambino un po' più grande può diventare facilmente un'attività da fare insieme.

Ma si sa, buttare via e ricomprare è decisamente più comodo!

5 commenti:

  1. Hai decisamente ragione, penso alle mie colleghe con figli che riempiono i bambini di giocattoli nuovi. A carnevale per esempio nessuna ha cucito in casa i vestiti, ma tutte hanno comprato dei costumi nei negozi quando basta davvero poco per creare qualcosa di divertente!

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    1. Infatti! A Carnevale noi abbiamo riciclato il travestimento da gatto nero che avevo realizzato ad Halloween :-) Ma davvero basta poco!

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  2. Ciao Mamma Vegana! Hai ragione nel dire che andrebbero sensibilizzati anche i genitori. Molti pero' preferiscono non 'perdere tempo' a riparare i giocattoli e perdono poi tempo in fila alla cassa di un negozio di giocattoli.

    A casa mia, sara' perche' mia madre e' pedagoga, i giocattoli li abbiamo sempre aggiustati... propio come, per ricollegarmi al commento della Pe, i vestiti di Carnevale li ha sempre confezionati mia mamma.

    Ti auguro una buona notte, alex

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    1. Evviva le mamme pedagoghe, allora! Come dicevo credo che - con bambini un po' più grandicelli - possa diventare tranquillamente un gioco molto istruttivo.
      Non possiamo più permetterci, nel mondo di oggi, di ricomprare tutto. E non tanto per motivi economici, quanto per tutela dell'ambiente.

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  3. Ah io non butto via nulla:-) carina idea.

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