mercoledì 24 luglio 2013

Nuove avventure. Ovvero come traslocare con un bambino... tra le scatole

Sembra che il trasloco sia uno dei principali fattori di stress. Su internet c'è chi cita studi psicologici che lo mettono al terzo posto, dopo lutto e separazione (ma c'è chi mette al secondo posto il licenziamento).

Per me è il quart... quint... non voglio nemmeno contare quante volte ho dovuto spostare mobili e scatoloni negli ultimi anni. Stavolta però cercheremo di fare tutto con calma e soprattutto la nuova casa giustifica la fatica: più grande dell'attuale, più vicina al lavoro del Babbo e... con un giardino immenso!

Valerio quindi compirà un anno e mezzo nella nuova casa. Nel frattempo ci aiuta col trasloco. A modo suo, diciamo...
Ecco qualche trucco per sopravvivere.

mercoledì 17 luglio 2013

Pannolini lavabili, bye bye! Un bilancio.

Aspettiamo a cantare vittoria. Con il trasloco in una nuova casa (prossimamente) e il ritorno del freddo (che parlarne ora fa quasi ridere...) non escludo passi indietro. Però al momento Valerio è totalmente spannolinato, da un mese, sia di giorno che di notte. Raccontavo l'inizio di questa nuova avventura proprio un mese fa, nel post sulle mutande dei nanetti.

A parte quattro pannolini tenuti da parte "che non si sa mai", i nostri amici di tante spisciazzate sono stati lavati, piegati e riposti in una scatola, con la speranza di non vederli più per molto tempo.

A mente fredda, ci tengo a fare ora un bilancio dei nostri mesi di utilizzo dei pannolini lavabili, anche perché ho capito che ogni esperienza è a sé, quindi credo che i racconti di esperienze dirette su questo argomento possano essere utili per le mamme in dolce attesa che cercano di destreggiarsi in questo labirinto.


lunedì 8 luglio 2013

Risotto al melone e curry

Ci sono cascata anche io, o meglio il Babbo, ma mi assumo buona parte della colpa. Mi sono sempre rifiutata di scegliere i meloni: c'è chi dice che il melone maturo ha un odore ben preciso, chi invece sostiene che debba fare un determinato rumore se colpito con le nocche... non lo so.

Da quando sto a Firenze ci siamo sempre fidati dei meloni dell'Orto a Casa, che sono ottimi, biologici e per di più ti arrivano direttamente a casa. E, come dice il Babbo, "sono così gustosi che sembra di mangiare prosciutto e melone senza prosciutto" che, concedetemelo, per noi che non mangiamo prosciutto non è poco!

Stavolta però eravamo al mare, in attesa di una coppia di amici con tre figli, e abbiamo ceduto alla golosità. Cosa c'è di più buono, fresco, sano e... comodo da mangiare (anche per i nanerottoli!) del melone? Non avevamo fatto i conti col melone del supermercato. Acerbo. Duro. Insapore.
Gli amici, gentili, l'hanno mangiato lo stesso. La figlia di tre anni ne ha volute tre fette, ma non conta perché a lei piacciono i cetrioli. Insomma, una delusione, quasi da buttarlo via.

Buttarlo via? Non sia mai! Non si butta via niente.
Pensa e ripensa, vaglio ogni possibilità e poi, il giorno successivo, tento l'esperimento culinario: risotto col melone. Ci proviamo? Massì, dai! E incredibilmente, è stato gradito da tutta la famiglia (cane compreso: con Valerio autosvezzante, Nina non perde l'occasione per assaggiare tutte le nostre ricette).

Ingredienti (per due persone e un bambino che complessivamente mangiano come se fossero cinque persone):

  • mezzo melone anche poco gustoso
  • tre bicchierini di riso
  • cipolla
  • brodo vegetale
  • olio
  • curry
  • un cucchiaino di aceto
  • un cucchiaio di salsa tahin

Tagliare la cipolla non troppo finemente e soffriggerla. Aggiungere il melone tagliato a cubetti e poi il riso, mescolare. Procedere secondo la ricetta di qualunque risotto, aggiungendo il brodo man mano che si consuma.
Quasi a fine cottura, aggiungere un cucchiaio abbondante di curry, un cucchiaino di aceto e un cucchiaio di salsa tahin (che rende il tutto più cremoso).

Ve l'ho detto che l'abbiamo finito in un batter d'occhio? La prossima volta sarà da rifare con un melone... ecco, diciamo almeno decente!

lunedì 1 luglio 2013

Autosvezzamento: aggiungere spezie a caso

Sono giorni di vacanza, non ho sempre accesso ad Internet, quindi sto trascurando un po' il blog. Ieri però siamo tornati a Firenze per qualche giorno e così eccomi davanti al computer!

Il nostro autosvezzamento sta procedendo che è una meraviglia e ci chiediamo come avremmo fatto diversamente. Ieri, ad esempio, leggevo alcune ricette pensate per bambini da 0 a 3 anni, tra cui l'allettante dessert di banane e mele:
Sbucciare e grattugiare mezza mela e mezza banana. Aggiungere qualche goccia di limone il cui sapore sarà quasi inavvertibile (peccato, a Valerio piace il gusto del limone!) 
Ma la parte esilarante, per genitori autosvezzanti, è quella dei suggerimenti sulla somministrazione della pappetta.
Darla al bambino, poca alla volta. Se il dessert non è ben accetto (dessert? Chiamiamo dessert una banana e una mela? Anzi, no, MEZZA banana e MEZZA mela!) si può provare a riproporlo eliminando il succo di limone oppure presentando un frutto grattugiato alla volta.
Il Babbo commenta: "Quando a Valerio non piaceva la mela cotta noi non abbiamo tolto il limone, ma aggiunto la cannella... per i bambini autosvezzanti il consiglio dovrebbe essere quello di aggiungere spezie a caso!"

Gli alimenti preferiti di Valerio, ultimamente, sono la senape (ha preteso di avere anche mele con senape) e l'aceto (in particolare le melanzane sott'aceto!), ma non disdegna il peperoncino.



Ormai in casa nostra vige la regola che si sala pochissimo, poi chi vuole eventualmente aggiunge sale nel proprio piatto. Ultimamente però anche il Babbo aderisce al mio metodo: niente sale ma piuttosto peperoncino per dare un po' più gusto al pasto. Ieri sera, dopo aver riempito il piatto di Valerio con la pasta alle melanzane, metto nel mio una punta di una salsina dalla piccantezza estrema (a base di Naga Morich, uno dei peperoncini più piccanti al mondo) regalataci da un'amica che conosce il nostro gusto perverso per il piccante masochistico (per capirci, il piccante di quando pensi "forse dovevo metterne un po' meno" mentre le orecchie diventano rosse e la lingua si anestetizza).
Qualche minuto dopo, sovrappensiero (cercavo di sopravvivere alle improvvise lacrime, al singhiozzo e alla gola bruciante) cedo alle richieste pressanti del piccolo e verso dal mio piatto nel suo una buona mestolata di fusilli. Salvo poi rendermi conto che non era un normale aglio olio e peperoncino, come ormai Valerio mangia senza nemmeno fare facce buffe. Non sarebbe stato facile spiegare al pronto soccorso pediatrico che avevo dato ad un bambino di 16 mesi un alimento che sarebbe considerato mortale da una buona fetta di popolazione mondiale (escluderei soltanto i messicani, gli indiani e i calabresi).

Autosvezzamento sì, ma non esageriamo. Di tutta fretta, ignorando le sue proteste, gli ho tolto la pasta incriminata e gliene ho servita altra senza piccantezza mortale.

Che dite, cercando bene trovo anche gli omogeneizzati al peperoncino?