giovedì 17 luglio 2014

Ho un figlio toscano

Devo farmene una ragione. Nonostante le sue origini per metà nordiche (liguro-piemontesi), Valerio è indubbiamente toscanofono.

Non si sa come e perché, dato che passa la maggior parte del suo tempo con me, ma deve dipendere dall'aria che respira, o dall'acqua che beve, o dalle verdure a km0 che mangia... D'altra parte, come dice il mio amico Semmy ridacchiando, "non puoi combattere con l'ambiente".

A dire il vero ci ho provato. Consapevole dei miei limiti linguistici, ho tentato un compromesso: "impara l'accento del Babbo, ma le parole - in italiano - della mamma".

Invece no.
Non mangia fave, ma "baccelli".
Non spazza con la scopa, ma con la "granata".
Le zanzare non pungono, "pinzano".
Non chiede di essere preso in braccio, ma "in collo".
...

Per non parlare della fine delle parole straniere. Andiamo a fare la spesa alla "coppe". Gioca con "l'ula oppe" (hola hoop). Si mette i "jeanse".

L'altra sera abbiamo toccato il fondo.
"Pollino, abbottala!" (= "Pollino, abbozzala", termine vernacolo per dire di smetterla)

Il mio orgoglio liguro-piemontese ha subito un duro colpo. Però sono scoppiata a ridere.
Forse mi sto toscanizzando anche io...

6 commenti:

  1. Ma che mi dici mai, le parole sopra in grassetto non sono parole italiane?! :D

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  2. Non svenire quando lo sentirai dire "spengi la tv". Io a momenti fulminavo Andrea per la figura di m. salvo poi avermi spiegato.

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    1. Il problema è che la lobby dei dizionaristi è tutta toscana! Ahahah! :-D

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  3. Ah, ah, ah!!! Mi fai morire!!! Sono una mamma vegana come te e toscanaccia Doc, figurati che la pargola l'abbiamo chiamata Kinzica!!! Che mi dici della "schiacciata" con la "cecìna"e del "mi garba" al posto di "mi piace"???
    Un abbraccio!!!
    Silvia

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