domenica 21 agosto 2011

Nina, Irene, Shereen e la grande famiglia

Nina è arrivata! Qualche giorno fa anticipavo l'arrivo di una nuova cagnetta: siamo andati a prenderla ieri vicino a Verona, e ora si sta già ambientando. Tra animali e umani, in casa o adottati a distanza, ora siamo già 6 più uno in arrivo. Non male per una come me, che fino a qualche tempo fa diceva di non volere una famiglia numerosa.
Ma andiamo con ordine.

Nina è arrivata ieri. Viene da una situazione difficile, un canile abusivo sequestrato dalla LAV. Maggiori informazioni si trovano sul sito www.lav.it.
Nina ha circa 6 anni, nella sua "vita precedente" era un cane da caccia e infatti abbiamo già visto che punta preoccupantemente i gatti. Ieri è arrivata a casa, ha esplorato tutto, ha mangiato (tanto!) ed è stata tranquilla tutta la notte. Un ottimo inizio direi. Con Claus, il "cane n°1", sembra andare d'accordo: lui s'è un po' ringalluzzito e cerca di starle dietro improvvisando piccole corsette. Però in casa fa il bambino viziato e chiede più coccole del solito (che noi non gli lesiniamo).
Oggi entrambi verranno lavati: Nina perché ne ha urgentemente bisogno, come ogni cane che proviene da un canile, Claus per non essere da meno e perché comunque fa così caldo che un po' d'acqua non può che far piacere a tutti. Ipotizzo una doccia al gusto di shampoo per cani anche per gli umani della famiglia: solitamente è impossibile non bagnarsi lavando un cane!

E siamo a quattro. A sei componenti della famiglia arriviamo aggiungendo i due adottati a distanza, in ordine cronologico: Shereen e Irene.

Shereen Rashaydeh è nata nel settembre 2003. Vive con tre sorelle e due fratelli in una casa di fango composta da due stanze e una cucina, con il bagno fuori, a Village Fasayel, una zona desertica della Valle del Giordano, in Palestina. La famiglia è in una grave situazione economica e vive grazie all'aiuto dell'Unwra, l'Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso dei Profughi, perché il padre, a causa di un'infiammazione cronica ad un orecchio, non può lavorare. L'abbiamo adottata in occasione del nostro matrimonio perché volevamo condividere il nostro momento di gioia con un bambino palestinese in difficoltà.
I bambini in Palestina stanno pagando il prezzo più alto della guerra combattuta  dagli adulti. I loro diritti fondamentali alla vita, alla protezione, allo sviluppo e all'istruzione – tutti sanciti dalla convenzione ONU sui diritti dell'infanzia – sono di fatto violati. In Cisgiordania, il 46% della popolazione palestinese vive sotto la soglia di povertà e questa percentuale sale al 70% nella Striscia di Gaza. Per far fronte alla situazione, nel Governatorato di Jericho è presente la Charitable Society for Orphans and The Needy, una Società Assistenziale che provvede alle adozioni a distanza per il sostegno di bambini orfani, ma anche all’assistenza delle famiglie che ne hanno la necessità. A fare da tramite, in Italia, abbiamo scelto l'Associazione di Amicizia Italo-Palestinese Onlus di Firenze. Con la nostra donazione annuale, aiuteremo la famiglia nelle necessità quotidiane e consentiremo a Shereen di frequentare la scuola.

Irene è invece una gallina dell'Ippoasi, una "fattoria" che si trova dalle parti di Marina di Pisa che ospita diversi animali cosiddetti da "reddito" (mucche, asini, cavalli, maiali, capre, galli, galline, conigli) salvati da varie associazioni animaliste da morte certa.
E' una gallina ovaiola a cui, come quasi sempre accade, è stata praticata l'amputazione del becco. Irene e le sue compagne sono state portate all'Ippoasi da un volontario che le aveva avute da un anziano che, avendo venduto il suo terreno, si sbarazzava anche delle 25 galline stipate in un piccolo pollaio in cui avevano trascorso il primo anno di vita sempre al buio e al chiuso. Racconta Christian, di Ippoasi: "I primi giorni erano molto buffe, perchè disorientate dal grande spazio, dalla luce del sole sempre disponibile, dalla libertà di movimento... tanto che dormivano anche di giorno!"
Insieme a loro a Ippoasi ci sono anche galline e galli bianchi di razza livornese, che sono un esubero di un laboratorio di ricerca. Perché sì, anche le galline (non soltanto i topi come pensano in molti) vengono utilizzati per la sperimentazione sugli animali. Infine è ancora viva una sola tra le galline arrivate da un alllevamento chiuso dalla usl perchè non in regola, dove vivevano, in una situazione disperata, trecento galline, di cui molte infatti non ce l'hanno fatta a sopravvivere.
La fattoria di Ippoasi ovviamente non accoglie solo galline, ma mucche, asini, maiali, capre, pecore e cavalli. Per aiutare economicamente questa realtà, che ha enormi spese di gestione, si può adottare un animale a distanza, con un piccolo contributo mensile.
Gli animali adottati (e anche gli altri, ovviamente) si possono andare a trovare, anzi gli amici di Ippoasi sono molto gentili e disponibili e incoraggiano le visite alla struttura per conoscere dal vivo il funzionamento di una fattoria davvero cruelty-free.

Chissà se Irene è pronta per la visita di tutta la famiglia, cani compresi?

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